ARCHITETTURA & ANZIANITA'

Architettura Evolutiva

 

Lo studio progettuale degli ambienti indoor, quasi completamente di tipo “ingegneristico”, ci ha consegnato ambienti staticamente rigidi, spesso poco funzionali, poco rispettosi della evoluzione dei singoli e/o dei nuclei familiari, se non attivando consistenti modifiche e pari budget economici.

 

Gli stessi “addetti ai lavori” Architetti in primis per la loro formazione umanistica prima e tecnica poi, invece di introdurre, pur all’interno di logiche di mercato spesso ristrette, alcuni profetici principi di una progettazione vera in cui la persona è al centro dell’ambiente di vita o di lavoro, hanno preferito schematizzare ed impostare i progetti riferendoli alle necessità primarie umane della ristretta fascia di età 30/35 - 40/50, considerata la fascia con disponibilità economica od accesso al credito in grado di acquisire il bene immobile.

 

In questo modo gli ambienti indoor sono spesso divenuti elementi di disagio e luoghi nei quali l’incidente (domestico) è sempre più probabile.

 

Le mutatre esigenze delle persone hanno portato a “forzature” dell’involucro edilizio nella sua globalità.

 

Esempio:-

1.Abbattimento esasperato di tavolati (muri) interni;

 

2.Impianto elettrico sovraccarico e sovraccaricato da prese multiple e “ciabatte”;

 

3.Impianti idrici riposizionati in modo e posizioni che definire “improbabili” rappresenta un eufemismo.

 

Le varie Normative Regionali e le analisi effettuate dagli Enti preposti pongono l’incidente occorso tra le mura domestiche come una tra le cause principali di decesso od invalidità.

 

Dalla letteratura scientifica emerge che gli interventi che sembrano essere efficaci sono:

•- gli interventi normativi (salvavita, rilevatori di fumo, ringhiere, termostati per acqua calda, tappi di sicurezza ecc.)

•- interventi educativi di comunità (interventi in ambito scolastico + consigli del medico + campagne educative di massa)

- il consiglio del medico (non associato ad altri interventi)

- il sopralluogo nell’abitazione con consigli sugli interventi da intraprendere”.

 

Se gli interventi di modificazione dell’ambiente domestico sono necessari per la prevenzione degli infortuni e per il benessere psicofisico delle persone sia normodotate che affette da handicap motori, ne consegue che deve essere necessariamente ripensato lo standard progettazione (projacere= gettare avanti) e di dotazione base delle unità immobiliari.

 

Una persona affetta da difficoltà respiratoria oggi è costretta a muoversi per l’ambiente domestico con l’ausilio di un bombolone erogatore di miscela ossigenata e con un tubicino che collega l’erogatore alla maschera oronasale del soggetto che può raggiungere anche i 5 ml. di lunghezza.

 

L’esperienza purtroppo personale vissuta, ha portato a rilevare la pericolosità costituita dal tubicino con intralcio alla già difficoltosa deambulazione del paziente.

 

Si prenda in esame, ad esempio, la distribuzione dell’impianto elettrico all’interno di un appartamento.

 

Oggi il suddetto impianto è costituito da una serie di linee che alimentano le prese di corrente, comandate da interruttori per attivare i vari punti luce. Il tutto, rigorosamente, su posizioni prefissate a monte dal progettista, incurante (si fa per dire) delle varie persone che abiteranno gli spazi interni.

 

L’impianto elettrico nella sua interezza può, oggi, tranquillamente “seguire” l’età evolutiva degli abitanti, come?

Impiegando ad esempio un sistema esistente in commercio già da anni, che prevede la posa di un sottilissimo binario elettrificato a parete sul quale si possono inserire e posizionare all’altezza più comoda sia prese che interruttori, a tutto vantaggio dei più piccoli, degli anziani, e di tutti coloro con difficoltà fisiche (mai provato il “colpo della strega” dopo aver sfilato una spina dalla presa di corrente posizionata a 20 cm. da terra? Provare per credere!).

 

Tutto ciò può rappresentare un valore aggiunto anche dell’abitazione, con ricadute positive per il Proprietario sul sistema immobiliare.

 

PROPOSTA PROGETTUALE

 

Così nasce lo studio e la possibilità di eseguire tutta una serie di microinterventi a basso impatto economico all’interno degli appartamenti per favorire il godimento degli spazi di vita e la riduzione dei rischi in ambiente domestico.

 

Nasce la necessità di ripensare l’approccio iniziale alla progettazione di un bene che non può e non deve più essere considerato solo l’evoluzione naturale della caverna in cui abitavano i nostri antenati, ma deve poter costituire un habitat flessibile in grado di assecondare lo sviluppo dell’individuo.

 

Si prenda in esame, ad esempio, la distribuzione dell’impianto elettrico all’interno di un appartamento.

 

Oggi il suddetto impianto è costituito da una serie di linee che alimentano le prese di corrente, comandate da interruttori per attivare i vari punti luce. Il tutto, rigorosamente, su posizioni prefissate a monte dal progettista, incurante (si fa per dire) delle varie persone che abiteranno gli spazi interni.

 

L’impianto elettrico nella sua interezza può, oggi, tranquillamente “seguire” l’età evolutiva degli abitanti, come?

Impiegando ad esempio un sistema denominato Eubiq , che prevede la posa di un sottilissimo binario elettrificato a parete sul quale si possono inserire e posizionare all’altezza più comoda sia prese che interruttori, a tutto vantaggio dei più piccoli, degli anziani, e di tutti coloro con difficoltà fisiche (mai provato il “colpo della strega” dopo aver sfilato una spina dalla presa di corrente posizionata a 20 cm. da terra? Provare per credere!).

 

Tutto ciò può rappresentare un valore aggiunto anche dell’abitazione, con ricadute positive per il Proprietario sul sistema immobiliare.

 

Così nasce lo studio e la possibilità di eseguire tutta una serie di microinterventi a basso impatto economico all’interno degli appartamenti per favorire il godimento degli spazi di vita e la riduzione dei rischi in ambiente domestico.

 

Tutto prende lo spunto dal concetto di “accessibilità” che non è un “pallino” delle persone con differenti capacità motorie o con impedimenti fisici, bensì un diritto sancito dall’art. 3 della Costituzione Italiana: …"è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando, di fatto, le libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il primo sviluppo della persona umana".

 

 

 

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